sabato 29 aprile 2023

Essere contenti della propria strumentazione

Essere astrofili, volenti o nolenti, vuol dire combattere una dura lotta contro una malattia subdola e potente, che a volte non lascia scampo al portafoglio del malcapitato che ne e' colpito. E non ne conosco uno che non ne sia colpito ( se non ne e' colpito non e' un astrofilo... 😁 ).

Questa malattia, che ho paura anche a nominare, risponde al nome di strumentite ( di sottofondo ci stava un bel rumore di tuono ). 

E' una malattia, assieme alla sua variante ocularite, che mette il povero astrofilo contro il partner, gli amici, la carta di credito, il conto in banca. Che gli fa passare le serate nuvolose o piovigginose a passare in rassegna gli annunci di astrosell o i siti di vendita di attrezzatura astronomica, in cerca di qualche nuovo ammennicolo da aggiungere alla propria collezione. Oppure a leggere i test degli strumenti per valutare il prossimo telescopio che dovra' essere come sempre migliore di quello che si possiede gia'. Purtroppo non sempre e' cosi' e talvolta, mi e' capitato in passato e mi mordo le mani a pensarci, quello che si vende e' meglio di quello che si e' acquistato in seguito... La strumentite fa perdere ogni briciolo di razionalita', non si spiegherebbe altrimenti come mai su astrosell c'e' gente che vende e acquista in continuazione, cambiando strumenti ogni pochi mesi. Forse non era cosi' una volta, prima dell'avvento di internet? Non lo so, all'epoca non avevo soldi. La strumentite fa regredire l'astrofilo ad un eterno bambino in cerca di sempre nuovi balocchi. La strumentite ti fa uscire anche in serate brutte solo per testare il nuovo accessorio acquistato.

Bene, ora torniamo seri. In questo periodo, come ogni anno all'aprirsi della bella stagione e delle serate piacevoli da passare all'aperto, e' usanza per me valutare se mi manca qualche nuovo accessorio ( telescopi no, ho 3 telescopi e non saprei come ne potrei utilizzare di piu', almeno credo ). Stranamente non sento l'esigenza di acquistare nulla in questo periodo. 

Ieri sera, colpito da questa amara constatazione ( dopo piu' di 35 anni questa passione si sta affievolendo in me?? ), dopo il lavoro ho messo il naso fuori dalla finestra e ho visto che il cielo era molto buono. La luna al primo quarto ( 46% di illuminazione ) mi invitava ad una buona osservazione e quindi ho portato fuori il CC8 sulla iOptron ieq45pro. Ho lasciato fuori lo strumento perche' si acclimatasse e sono andato a cena. 

Dopo cena sono uscito e ho capito subito che la serata poteva essere promettente. Il seeing non era male ( nella zona dove osservo e' una vera rarita' ).

Gia' a partire dall'XCel-Lx da 25mm (96x) che uso come oculare per l'allineamento la luna era meravigliosa: il terminatore una fucina di particolari nitidi che invogliavano a salire con gli ingrandimenti. Sono passato quindi all'XCel-Lx da 12mm (200x) ma si poteva salire ancora. Il miglior compromesso erano il BCO da 10mm (240x) e l'XCel-Lx da 9mm (266x). Ottimo anche il BCO da 6mm (400x) ma in questo caso la turbolenza era piu' fastidiosa e quindi l'ho usato solo per evidenziare di tanto in tanto qualche particolare.

Sono partito dalle rimae vicine al terminatore, la Hyginus ( evidenti i crateri all'interno e i terrazzamenti ) e la Triesnecker, visibile in tutta la sua lunghezza.

Piu' a nord incredibili i picchi e la rugosita' nella zona tra Vallis Alpes e Mont Blanc fino a Montes Caucasus, con una sensazione di tridimensionalita' da far venire voglia di toccarli.

Ho alternato l'XCel-Lx da 9mm per i suoi 60 gradi di campo per avere una visione d'insieme al BCO 6mm per i particolari all'interno dei crateri, talmente tanti che sono troppi anche da scrivere...

Una particolare sensazione di benessere e serenita' mi pervadeva con l'andare dei minuti di osservazione, un qualcosa che veniva da dentro, un qualcosa che poche volte si sente dentro di se. Ero veramente contento della mia attrezzatura, non sentivo il bisogno di altro.  

Quanto durera'?

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