venerdì 8 giugno 2018

Lo strano caso del Meade 102 acromatico

Negli anni 90 cominciava l'apertura commerciale della Cina comunista al resto del mondo, e con essa le prime delocalizzazioni delle imprese occidentali.
Non so se anche la Meade all'epoca producesse qualche linea di telescopi in Cina, ma dalla storia che sto per raccontare parrebbe di si.
Giusto per fugare ogni dubbio: non ho nulla in contrario alle produzioni cinesi attuali, i miei 2 telescopi sono prodotti in Cina e la qualita' e' comunque buona e i prezzi si sono notevolmente abbassati.
In questi ultimi anni in Cina hanno migliorato i controlli qualita', ma magari non era cosi' nelle prime serie....

Nell'estate del '99, un mio caro amico astrofilo decise di prendersi un rifrattore, per sostituire il suo vecchio classico Newton 114/900, un po' per sfizio, un po' perche' voleva dedicarsi alle stelle doppie e ai pianeti ( era sempre stato un appassionato di Marte ).
Mi chiese una mano a scegliere e valutare il suo nuovo telescopio. All'epoca i prezzi erano ben diversi e piu' alti di adesso. Nel mercato si trovava da una parte l'olimpo dei rifrattori apo giapponesi o americani, costosissimi, e dall'altra i modelli entry level.
Mancavano le vie di mezzo piu' valide ( parlo di rifrattori ED cinesi economici, ad esempio ), come se ne possono trovare oggigiorno. Erano presenti delle eccezioni un po' costose ( es. Vixen ).
Non esisteva il mercato online ( era ancora agli inizi e non era sviluppato ) e quindi spesso, se avevi fretta e volevi la sera stessa provare il tuo nuovo acquisto, ti dovevi accontentare di quello che passava in negozio.

Per vedere cosa era disponibile sul mercato, un sabato pomeriggio l'appuntamento fu da un noto negozio locale di ottica e astronomia.

Una delle poche foto che ho trovato in giro, anche
se il modello non sembra essere il 102 acro
Per motivi puramente di budget, la scelta cadde sul Meade 102 acromatico, doppietto di 4 pollici spaziato in aria, con montatura equatoriale ( mi pare ma non sono sicuro che fosse la 500 lxd ). Se non erro, la cella portaottica era collimabile ( raffinatezza che oggi non sempre si trova in acromatici economici ).
Con la motorizzazione in AR e DEC si arrivava a circa Lire 2.500.000 ( uno sproposito rapportato ai prezzi di oggi ).
Comunque era il telescopio che piaceva al mio amico e quindi lo prese, ben contento di avere finalmente un rifrattore.
La montatura era rapportata al peso e agli ingombri dell'OTA, quindi utilizzabile per osservazioni hires; il treppiede non sembrava del tutto robusto ma avevamo l'alternativa: un super treppiede roccioso che aveva costruito mio padre e che in origine era stato pensato per un Meade SC da 10 pollici ( poi mai acquistato ).
La sera seguente, un bel crepuscolo di inizio settembre, era il momento adatto per montarlo e per provarlo.
Esteticamente era un bel vedere: bianco e lungo, sembrava l'archetipo del telescopio nei sogni di ogni astrofilo.
Tanta bellezza, anche eleganza, esteriore era quasi una garanzia delle sue prestazioni ottiche. Pero'...
C'era un pero'. Sembrava 'quasi' tutto a posto. Ma non tutto. Girando attorno al telescopio montato si notava una cosa che subito non era balzata all'occhio.
Il mio amico prese una stecca da 60 cm e la posiziono' sul tubo. Orrore!!! Non era diritto ma leggermente incurvato 'a banana'!!
Sconfortati, smontammo il tutto. Vero che la cella era collimabile, ma non era pensabile di tenerselo cosi'.
Il sabato successivo tornammo dal negoziante ( che era comunque comprensivo e disponibile, una ottima persona ) per farlo sostituire.
Memori dell'esperienza appena passata, prima di portarlo a casa provammo subito a vedere se il secondo esemplare fornito dal negoziante fosse corretto.
In presenza del commesso, provammo il tubo con una stecca. Orrore!! Era addirittura peggio del primo esemplare.
Il mio amico stava diventando nervoso e voleva i suoi soldi indietro...
Il negoziante forni' un terzo esemplare, con un tubo corretto e diritto.
Passate qualche serate nuvolose, venne il giorno della prova sul cielo di questo terzo esemplare, che almeno a prima vista sembrava essere normale.
Sbagliato: gia' dai primi test il doppietto mostrava di essere astigmatico e non utilizzabile.

Morale della favola: il sabato successivo, visto che questo esemplare non poteva essere sostituito perche' ad un test visivo sembrava essere a posto, fu rimandato indietro all'importatore perche' fosse revisionato e testato.

Dopo un ulteriore mese, finalmente!, il Meade 102 acromatico torno'. L'ottica era stata sistemata ( o sostituita? non si sa ).
Si legge in giro che questa serie di telescopi non fosse immune da difetti, probabilmente gli standard di controllo qualita' cinesi non erano ancora stati affinati.
In ogni caso, con quel Meade 102 acromatico abbiamo passate tante belle serate.

venerdì 1 giugno 2018

Il gioco si fa duro

Mi piacciono le sfide, lo ammetto.

Ed e' proprio una sfida questa: un C11 XLT su AZEQ5 in altazimutale dal balcone di casa...

Non voglio tradire la mia filosofia di osservatore cittadino ( il C8 e' comunque pronto in una borsa da viaggio, non si sa mai ). Avendo avuto la possibilita' di acquistare un ottimo C11 XLT, come nuovo, ad un prezzo vantaggioso, non mi sono perso d'animo ed ecco che da qualche mese il nuovo telescopio e' entrato in servizio.

La AZEQ6 sarebbe stata piu' opportuna, lo ammetto, ma gli ingombri non mi permettevano di usarla comodamente.
La AZEQ5 ha un treppiede deluxe che si infila perfettamente nel mio balcone ed e' piu' compatta ( ed ha un prezzo piu' abbordabile ). La uso comunque solo in altazimutale, in equatoriale non la vedrei proprio a sostenere un C11.
Alcune accortezze basilari vanno comunque rispettate:
- Il bilanciamento deve essere perfetto, sia sull'asse verticale che in quello orizzontale;
- Poggiando su una superficie dura e liscia, e' necessario pensare ad un sistema per ridurre le vibrazioni, tipo i pads antivibrazioni ( che vengono fatti pagare uno sproposito ) o dei puntelli di gomma para autocostruiti ( molto meglio ).

Con gli accessori basilari, cercatore 9x50, visual back da 2 pollici, diagonale da 2 pollici e un oculare plossl normale arriviamo a circa 14kg ( pesati ).
Per utilizzarlo con profitto sulla AZEQ5 il C11 e' stato oggetto di una cura 'dimagrante':
- il cercatore originale 9x50 ( buono ma con un attacco demenziale al tubo ) e' stato sostituito da un Celestron Reddot finder da una ventina di euro che, con una montatura goto, fa il suo lavoro senza problemi ( risparmio di circa 500 gr ).
Al suo posto ho aggiunto una barra Vixen in modo da irrobustire il tubo e prevenire flessioni o altro che potrebbero pregiudicare la tenuta alla collimazione.

Dopo il necessario acclimatamento ed una buona collimazione, il potere del C11 si fa sentire e la differenza rispetto al C8 e' notevole.

L'uso del C11 e' visuale e per deepsky. L'hires e' troppo condizionato dal seeing e dalla mia postazione raramente ho un seeing decente ( a parte alcune eccezioni ). In deep sky, anche dalla citta', l'incremento della luce raccolta permette buone prestazioni.

Se la serata promette bene, appena cala il sole il C11 e' sul balcone ad acclimatarsi, almeno 2 ore.