venerdì 20 aprile 2018

Il mio (ex) "osservatorio"

Sottotitolo: come farsi del male

L'astrofilo cittadino "osserva" dal balcone. Osservare e' una parola grossa perche' in realta' sarebbe piu' appropriato parlare di "cercare di osservare".

Balcone con telo ombreggiante antiluci 
Dopo aver visto l'immagine a lato posso aver ispirato 2 tipi di reazione: o di ilarita' o di pieta'.
In ogni caso, per ora mi devo accontentare :-)

Il balcone e' al sesto e ultimo piano, e misura circa 3 metri di lunghezza per 1,2 di profondita' e, visto che di fronte c'e' l'ultimo piano di un palazzo che e' leggermente piu' alto del mio, ho messo una rete ombreggiante per proteggermi da luci e sguardi indiscreti ( ed anche, lo ammetto, per non essere tacciato di voyerismo dai condomini di fronte ).

Pregi: non pervenuti...

Difetti: molti ma i piu' gravi sono, a parte un ridotto spicchio di cielo visibile, le dimensioni ridotte e l'impossibilita' di vedere la polare.
E' vero che esistono metodi alternativi per l'allineamento polare ( vedi Bigourdan ), ma la ridotta profondita' non mi avrebbe consentito di utilizzare agevolmente una montatura equatoriale alla tedesca.
Se un vicino di casa che abita di fronte accende la luce in casa ( giustamente, e' a casa sua ), io sono spacciato. Peggio se il vicino accende la luce del balcone, e' un disastro.
Durante il periodo natalizio, le luci intermittenti sui balconi sono un supplizio...

Il seeing locale: oltre a quello atmosferico, si aggiungono le correnti convettive dei tetti ( estate e inverno ) e d'inverno le caminelle delle caldaie. Per fortuna le caldaie condominiali di notte sono spente.



Celestron Nexstar Evolution 8
Per la scelta del telescopio, non avevo, scusate il gioco di parole, molta scelta. Altazimutale, catadiottrico e in offerta: Celestron Nexstar Evolution 8.

All'inizio era un po' titubante e prevenuto ( come tanti credo ) su questo strumento pero' poi ho cambiato idea.
Nei forum ho letto di tutto e di piu': chi ne parlava bene e chi invece lo evitava come la peste.
Io ne do un giudizio tutto sommato positivo, ampiamente positivo, e soprattutto per quanto riguarda il famigerato 'Made in China'. La prova completa sara' oggetto di un prossimo post.

Dati gli ingombri, e' lo strumento perfetto per il balcone. Le gambe del treppiede sono lasciate alla lunghezza minima in modo che l'oculare sia agevolmente raggiungibile comodamente seduti su uno sgabello.

PS: ora e' il mio ex osservatorio... Ho venduto l'appartamento e ora cerco soluzioni piu' congeniali alle mie esigenze osservative :-)

venerdì 6 aprile 2018

Mario Spada - l'artigiano dei telescopi a Verona


Un mito

Sono sempre stato affascinato dal vecchio negozio di Mario Spada ( sia dallo spaccio della fabbrica, che dal negozio, che era vicino al centro di Verona ). Non c'e' stato per molto tempo ma la vetrina me la ricordo bene: una foto della galassia di Andromeda sullo sfondo e un paio di SC da 20 cm piu' qualche rifrattore.
Per un bambino quasi adolescente con la passione dell'astronomia era meglio di un negozio di giocattoli. Per la cronaca, ora al suo posto c'e' una agenzia di viaggi.

Negli anni '80 nella vecchia rivista Orione, si trovava sempre la pubblicita' dei telescopi di Mario Spada.


Pubblicita' del 1986 di Mario Spada

Ed io, incredulo, ero terrorizzato che fosse proprio a Verona!!!
Essendo in cerca di un telescopio da acquistare ( vedi post ), convinsi mio padre a portarmi nella fabbrica delle meraviglie.
Mario era un tipo che all'apparenza sembrava burbero e sbrigativo, ma accoglieva i clienti come Mago Merlino nel suo antro. 
Ti mostrava la sua fabbrica ( mi ricordo ancora le forcelle in fila vicino alla fonderia dello stabilimento ) e ti parlava con convinzione della bonta' ottica ma soprattutto meccanica dei suoi telescopi ( che, a parole sue, si vendevano anche in Giappone! ). Te li faceva toccare e provare. Erano delle rocce, questo e' sicuro.
Alla fine, dopo che i tuoi occhi erano pieni di tutte queste meraviglie, la mazzata: il prezzo.... 
Mi ricordo l'impercettibile cambiamento di espressione di mio padre, che significava 'Non credo che lo compreremo'. 
Effettivamente, a pensarci adesso, i suoi prezzi erano fuori portata per molti astrofili, ma forse era proprio questo ad alimentare il suo mito, perche' i suoi telescopi erano inarrivabili. Il fatto di non poterli avere li rendeva delle chimere... Mi piacerebbe sapere quale fosse la loro reale qualita' ottica ( di quella meccanica non ho dubbi ), perche' non ho mai visto in giro delle immagini fatte utilizzando un telescopio di Mario Spada.

In quella fabbrica ci sono tornato molte volte, solo per vedere e fantasticare, e lui, il Mito, ogni volta ti mostrava le sue creazioni ( era una persona dotata di un certo ego, e bastava pungolarlo nel punto giusto ). 

Una volta ho acquistato un oculare, un OR 4mm ( credo fosse un japan ) da 31,8 , alla smodata cifra di Lire 140.000 nel 1989. 
L'oculare era praticamene inutilizzabile, l'eye relief costringeva l'occhio a stare attaccato alla minuscola lente frontale, d'inverno si appannava immediatamente. L'avro' usato forse 3 volte.


Il suo difetto, pero', era quello di restare aggrappato al suo mito di robustezza, senza pero' avanzare dal punto di vista tecnologico.
I suoi telescopi erano robusti come un tornio manuale ( notevole per l'epoca era il micrometro centesimale, tipico di strumenti di precisione ).

Agli inizi degli anni '90, quando la Meade per prima propose i primi telescopi computerizzati o la Celestron gli Ultima Pec, con i vari trattamenti UHTC o Starbright, che costavano la meta' o meno di un telescopio Spada, non ci fu piu' storia.

A meta' degli anni '90, finita l'epoca d'oro, Mario Spada ha chiuso l'attivita', ma gli saro' per sempre riconoscente.

martedì 3 aprile 2018

Vintage - Mizar AR 120 SL Newton 120/720

Dopo il mio primo telescopio, un insignificante rifrattore da 50 mm, praticamente inutilizzabile, questo e' stato per una decina di anni il mio strumento.

Ho trovato, su un vecchio e mitico Orione dell'anno di grazia 1986 ( quella della sopravvalutata cometa Halley ), un inserto pubblicitario della Miotti che lo riguarda:


Il Mizar AR 120 SL nella pubblicita' della Miotti ( il colore del tubo in realta' era il rosso Mizar )

All'epoca, proprio per il ritorno pubblicitario fornito dal passaggio della Halley, che compariva in libri, pubblicita' di telescopi e servizi tv,i telescopi erano in vendita in molti negozi di ottica e fotografia, e addirittura a Verona c'erano un paio di negozi di soli telescopi ( a parte Mario Spada, che merita un discorso a parte, un altro negozio era nelle vicinanze di piazza R. Simoni ). 
Le mie finanze erano nulle, avendo 12 anni, e quindi confidavo in qualche regalo. Mario Spada era un mito ma i suoi prezzi erano fuori portata: produceva e vendeva strumenti possenti e cari non adatti ad un dodicenne. 
Con mio padre passammo in rassegna praticamente tutti i negozi di ottica.
La scelta stava per cadere sul classico dei classici 114/900 fino a che, fortunosamente, in un negozio di fotografia vicino all'ospedale di Borgo Trento non trovammo un altro strumento adatto: il Mizar AR 120 SL che io conoscevo perche' compariva nella pubblicita' di Miotti ( ne sapevo piu' del negoziante ). 
Unico problema? Il prezzo: Lire 1.300.000 e rotti. 


Il listino di Miotti del 1986

Che fare? Trattare! Mio padre propose un unico pagamento, niente rate, e il negoziante si piego': alla fine il telescopio fu mio per Lire 1.050.000 !!

Sembrava ( e lo sarebbe stato, anche agli occhi di un osservatore di adesso ) costruito molto bene. L'intubazione era fatta bene e la montatura era robusta ( niente a che vedere con i 114/900 di allora ).
Alla prova dei fatti, dopo una gavetta iniziale prolungata per capire bene come funzionasse, si rivelo' un ottimo telescopio: nitido, molto luminoso, abbastanza stabile.
Fantastico era il libretto di istruzioni in giapponese!!!
I difetti? La montatura senza cannocchiale polare ( un accessorio troppo costoso per le mie finanze ) che mi costrinse ad utilizzare metodi approssimativi per centrare il polo, con conseguenti problemi a puntare gli oggetti utilizzando i cerchi graduati ( ma tanto utilizzavo il vecchio metodo dello star hopping ) e il treppiede di alluminio un po' leggerino; il focheggiatore, un pignone e cremagliera con qualche gioco di troppo.
Gli oculari erano un K25 (29x) e un OR7 (103x) piu' una lente di Barlow cromatica ( si, si ) e il classico filtro lunare verde. Anni dopo ho aggiunto un OR4, inutilizzabile ( non per colpa del telescopio )...


Il Mizar AR 120 SL illuminato da una torcia rossa

Mi ha sempre dato molte soddisfazioni ( anche se non ho visto la cometa di Halley... ), soprattutto per gli oggetti estesi come nebulose e ammassi aperti.
Rileggendo i miei vecchi report osservativi, si comportava bene anche con i pianeti.

Negli anni l'ho poi smontato e rimontato, l'intubazione era ottima, il tubo robusto, ed era possibile collimare sia il primario che il secondario. Solo il focheggiatore non sono riuscito a migliorarlo.

E, mi chiederete, che fine ha fatto? Purtroppo nel '96 l'ho venduto, e me ne pento ancora.