domenica 8 gennaio 2023

Sfida tra ortoscopici: T-Japan 6mm vs Baader Classic Ortho 6mm

Ortoscopico: oculare che restituisce una immagine con correzione ottica uniforme su tutto il campo apparente ( dal greco visione corretta ).

Quando si parla di oculare ortoscopico si intende solitamente lo schema di Abbe ( che lo creo' nel 1880 ): un tripletto ( lente di campo, verso il telescopio ) e una lente oculare ( verso l'osservatore) piano-convessa con la convessita' verso l'interno. Storicamente erano identificati dalla sigla OR. 

Gli ortoscopici sono sempre stati i migliori, o tra i migliori, oculari per l'alta risoluzione: stelle doppie, Luna, pianeti, e non possono mancare nella dotazione di ogni astrofilo. Negli ultimi anni sono stati un po' relegati in disparte a favore di oculari con campo apparente piu' ampio, perche' gli ortoscopici hanno un campo solitamente di 40-45 gradi apparenti e una estrazione pupillare molto ridotta ( circa 0,8 x focale ), ma dalla loro hanno il fatto di essere molto trasparenti ( hanno solo 4 lenti al contrario di quelli con campo apparente piu' ampio che ne hanno 6 o piu' ) e molto corretti dalle aberrazioni, sia cromatiche che geometriche. Si usa dire che e' sempre meglio avere meno vetro possibile per le osservazioni hi-res ( less is more ). Meno lenti significa anche una immagine piu' stabile, e questo aiuta nelle osservazioni ad alto ingrandimento a cogliere i rari momenti di calma atmosferica.

E ora veniamo ai 2 contendenti, che sono entrambi ortoscopici da 6mm ma non sono uguali nelle loro caratteristiche: il classico T-Japan 6mm e il Baader BCO 6mm.

I test sono stati eseguiti con strumenti eterogenei: un acromatico 152/900, un cassegrain classico 200/2400 e un C11. I target sono stati la Luna, Giove e Saturno, piu' qualche stella doppia estiva. 

Il t-japan ha un trattamento delle lenti multicoated classico, il BCO ha il trattamento Baader, piu' moderno. Tra i 2 oculari ci sono quasi 30 anni di eta' di differenza e 2 origini differenti: t-japan ovviamente made in japan e BCO made in china ( su disegno Zeiss classico ).

Entrambi, e aggiungo purtroppo, hanno il barilotto scanalato...


Campo

Abituati agli oculari multilente widefield ( diciamo con un AFOV > 60, 65 gradi ), osservare in un ortoscopico e' sempre un'esperienza diversa. Il t-japan ha un afov di circa 42-44 gradi, il BCO di circa 52-55, e la differenza si vede, anche se i gradi in piu' del BCO non sono perfetti e non al livello del centro. Aiutano pero' ad alti ingrandimenti a trovare gli oggetti osservati se non sono al centro del campo.

Ergonomia

I 2 oculari sono simili ma non uguali. Il t-japan non ha il paraluce e ha un collare zigrinato che e' molto utile per prenderlo in mano al buio. Bella e funzionale la forma a vulcano ( sono infatti chiamati volcano top ) . Il BCO ha un paraluce a forma di orecchio, di cui non capisco l'utilita' ( l'occhio deve stare vicino alla lente frontale e il paraluce in questo caso e' un impedimento ), a parte il fatto che e' un ottimo appiglio per prendere in mano l'oculare. L'oculare e' tutto liscio e se non avesse il paraluce ( che si puo' togliere ) sarebbe sempre a rischio caduta. Per il resto non e' un volcano top ma una via di mezzo. Tra i due, direi meglio il t-japan.

Per entrambi la pupilla d'uscita e' di pochi millimetri, occorre avvicinare molto l'occhio per poter osservare. Quindi la posizione osservativa deve essere per forza comoda, da seduti. Osservare in piedi e magari dover inseguire a mano, non ce lo vedo proprio con questi oculari ad alti ingrandimenti ( anche se io stesso lo facevo, ma si parla di 30 anni fa )...

Nitidezza e contrasto

E adesso veniamo ai parametri che 'contano', perche' qui si vede la differenza di impostazione dei 2 oculari. La prima differenza che si nota tra i 2 oculari e' la quantita' di luce diffusa nei soggetti molto luminosi: il BCO si comporta meglio ( merito del trattamento multistrato del suo antiriflesso ) e puo' vantare anche un fondo cielo un pelino piu' scuro. Su Giove o Saturno, ad esempio, questa differenza si nota, e il BCO la spunta sull'osservazione delle delicate variazioni di colore delle atmosfere planetarie. La nitidezza pero' e' un filino ( esilissimo ) migliore nel t-japan. Se si aspettano i momenti di calma atmosferica, sulla Luna con il t-japan certe rime sono lievemente migliori. Si tratta di differenze non sostanziali.

Come ho visto fare da un noto astrofilo italiano, penso che per il t-japan ( che non posseggo piu' ) sarebbe opportuno far oscurare i bordi delle lenti per migliorare il contenimento della luce diffusa, ne gioverebbe anche la sensazione di nitidezza percepita.

Mentre nel t-japan il comportamento e' piuttosto uniforme su tutto il campo, nel BCO i bordi non sono nitidi come il centro. Per il 20% esterno scende parecchio di qualita'.

Conclusioni

I 2 oculari alla fine si assomigliano. Se avete gia' un t-japan, non comprate il BCO, non ci guadagnerete nulla.

L'ideale sarebbe un oculare con i trattamenti antiriflesso moderni e la lavorazione giapponese...ah, ma esistono, sono i Takahashi :-) 

Cieli sereni!


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