lunedì 27 aprile 2020

A caccia di Rimae

(c) Foto di Gregory H. Revera 
No, non e' un post di poesia ;-)
Non sto parlando di rime letterarie, anche se l'argomento puo' essere veramente poetico.

Rima (plurale: rimae) è un termine latino che significa "frattura"; è utilizzato comunemente nel campo dell'esogeologia per designare formazioni geologiche presenti sulla superficie della Luna simili a fenditure nel terreno. Generalmente le dimensioni di una rima vanno da parecchi chilometri in larghezza a centinaia di chilometri in lunghezza. ( fonte Wikipedia )

Le rimae riconosciute della Luna sono 109, dalle piu' grandi e visibili a quelle veramente difficili da osservare dalla Terra. Sono catalogate in 3 tipi differenti a seconda del processo di formazione: sinuose ( vulcaniche ), arcuate, rettilinee.
Sono comunque formazioni geologiche lunari molto affascinanti e una bella sfida per ogni astrofilo. Partiamo con ordine.

La Luna e' probabilmente l'oggetto esterno alla terra piu' osservato ed ha sempre esercitato un magnetismo su qualunque persona, non solo sugli astrofili: pensate ai poeti o agli innamorati, ai contadini, ai marinai...
E' probabilmente una delle ragioni per cui tante persone si comprano un telescopio, e magari diventano astrofili con il passare del tempo.
Per gli astrofili c'e' sempre un rapporto speciale con la Luna: e' il primo oggetto che osservano con il loro primo telescopio, e' fonte di parecchi 'WOW' per tutti quelli che danno uno sguardo nell'oculare, non importa se il telescopio e' di plastica o un super apo.
Ma e' anche fonte di frustrazione per gli osservatori e i fotografi del profondo cielo, soprattutto quando l'illuminazione passa il 50%. Non e' un caso se per costoro le uscite in montagna sono organizzate attorno alla luna nuova...
Effettivamente, quando la luna e' piena o quasi provare ad osservare una nebulosa o una galassia e' arduo. Quindi che si fa se non ci sono altri astri da osservare, ad esempio i pianeti? Si smette di osservare il cielo? Ovviamente no, perche' la luna e' un astro pieno di particolarita' da osservare.
Una delle liste piu' interessanti e' la Lunar 100, redatta da Charles Wood nell'articolo The lunar 100 su Sky&Telescope dell'aprile 2004 ( e' anche il coautore dell'atlante citato in seguito 21th century Atlas of the Moon ).
Last but not least: la Luna si puo' osservare dovunque, in pianura, in montagna, con qualunque grado di inquinamento luminoso, si puo' osservare da un prato o da un balcone. Naturalmente, se si vuole salire con gli ingrandimenti e osservare dettagli piu' fini, e' necessario un buon seeing...
Un esempio? Avete mai sentito parlare di Alan Chu? Procuratevi e leggetevi il suo  MoonBook, un ottimo testo fotografico, e non solo, che riguarda il nostro satellite naturale. Alan osserva e fotografa la Luna da un grattacielo di Hong Kong...

1. Consiglio: procurarsi un buon atlante lunare, disegnato o fotografico. Tra i primi ovviamente bisogna ricordare il buon classico Rukl, mentre tra i secondi c'e' l'imbarazzo della scelta. Io uso il 21th century Atlas of the Moon, economico, anche se ha un difetto secondo me imperdonabile: le immagini tra una pagina e l'altra non sono sovrapposte e quindi si possono perdere i particolari posti lungo i tagli tra le immagini.





















2. Consiglio: osservare sempre quando la luce e' radente... Osservare la luna quando e' piena e' inutile.

3. Consiglio: l'osservazione deve essere comoda e prolungata. I dettagli piu' fini non sono immediatamente visibili, occorre pazienza e costanza. La turbolenza dell'aria rende l'immagine tremolante, quindi si devono attendere i momenti migliori quando l'aria e' piu' calma.
Riguardo gli oculari, ognuno ha le proprie preferenze. Qualcuno preferisce gli oculari a largo campo e pupilla alta ( es. Nagler, ES82, Ethos, ecc ), altri invece ortoscopici e plossl.
Per quanto mi riguarda, a seconda della focale del telescopio che utilizzo,  mi trovo molto bene con un T-Japan 6mm ( con il 115/800 ), oppure con un BCO 10mm e un Xcel-lx 9mm ( con il C8 e il C11 ). All'occorenza uso una barlow Baader Q-Barlow 2.25x.


  • Partiamo con una delle rimae piu' facili da individuare: la rima Birt. Partendo dalla Rupes Recta, una bellissima rupe che proietta una ombra molto netta ( sembra una spada ), a ovest si trova il cratere Birt e poco piu' a  nord si trova la rima, leggermente arcuata.
  • Poco piu' a sud-ovest, si trova il cratere Pitatus, e al suo interno, come una cornice, si trova la rima omonima, di origine vulcanica, molto difficile da osservare ma affascinante. 
  • A nord-est dalla Rupes Recta, si trova il cratere Alphonsus, con al suo interno la delicata rima omonima, anche questa difficile da osservare.
  • Passiamo a qualche rima piu' facile. Piu' a nord-est si trova quella forse piu' facile: la rima Hyginus, con al suo interno il craterino omonimo. E' lunga 220 km e al suo interno ci sono altri craterini ( 12! ). Assolutamente da vedere.
  • Piu' a est rispetto alla Hyginus, si trova la rima Ariadaeus, molto lunga ( circa 300km! ) e con dei dossi al suo interno. Come un canale, sembra congiungere due mari: il mare Vaporum e il mare Tranquillitatis.
  • Sempre nel mare Tranquillitatis, e non lontano dal punto dove e' allunato l'Apollo 11, si trova la rima Hypatia , vicina alle estremita' del mare, ampia e ben visibile.
  • Il mare Tranquillitatis presenta anche, per gli occhi piu' esperti, un piccolo gioiello: la rima Cauchy, che sembra una pennellata vicino al cratere omonimo, e la rupe Cauchy, quasi simmetrica alla rima.
  • A sud, vicina al cratere omonimo, si trova la rima Triesnecker, vagamente a forma di K, molto delicata.
  • Adesso andiamo piu' a nord fino ad incontrare i monti Appennini lunari, nei pressi dei monti Hadley, sito di allunaggio dell'Apollo 15. La rima Hadley si snoda come un serpente tra i monti omonimi e il palus Putredinis ( non un bel nome a dire il vero ). La rima e' comunque uno spettacolo, sfiorando crateri e monti.
  • Ed un serpente e' pure la rima della Vallis Schroteri, molto piu' a ovest, quasi all'estremita', vicina al cratere Aristarchus. Molto sinuosa, di origine vulcanica, termina con la famosa Cobra's head. E' la rima piu' larga visibile sulla superficie della Luna ( con una rima piu' sottile al suo interno! ).
  • Per finire, a est di Plato ( uno dei crateri piu' immediatamente riconoscibili ), una rima molto difficile, osservabile solo se le condizioni sono perfette ( e se il telescopio lo permette ): la rima all'interno della Vallis Alpes, nei Montes Alpes. Mi ha dato filo da torcere, lo ammetto!
  • A sud del mare Crisium, di assoluto interesse le rimae del cratere Petavius, che sembrano generare dal picco centrale del cratere. Sono molto visibili anche con piccoli telescopi.
  • Poco piu' a sud di Petavius, una rima non facile e' quella all'interno del cratere Janssen.
  • A nord est del grande mare della Serenita', si trova il grande cratere Posidonius e al suo interno due rimae, una lo divide a meta', l'altra sembra un serpente che scivola sulla sabbia.
  • Ci sono tante altre rimae da osservare e da cercare, ad esempio nei crateri Alphonsus Fracastorius, o la rima Sheepshanks ( difficilissima ), a nord della Vallis Alpes, oppure anche la rima Plato poco a nord dell'omonimo cratere, ma non posso segnarle tutte..

Come scritto nell'introduzione, le rimae riconosciute sono 109, di forma e struttura diverse. Perche' non osservarle in quelle serate in cui, magari per la trasparenza del cielo non ottimale, o per la troppa luminosita' della Luna, non ci si puo' dedicare ai delicati fiocchetti di luce della nebulose e della galassie?
Cieli sereni!

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